Un libro e una domanda sospesa...

Considerazioni su: "Usui’s Teacher – The Writings of Tanaka. The Secrets of Taireido and Reishi".

Un libro, una scoperta, e una domanda che resta sospesa...

Esiste un libro, in lingua inglese, dal titolo: "Usui’s Teacher – The Writings of Tanaka. The Secrets of Taireido and Reishi".

Si tratta di un’opera di recupero storico e spirituale, che porta alla luce gli scritti di Morihei Tanaka, fondatore del Taireido, un sistema sviluppato in Giappone agli inizi del Novecento, nello stesso clima culturale e umano in cui visse Mikao Usui.

Il Taireido non va confuso con il Reiki Ryoho, ma appartiene chiaramente a quello stesso orizzonte giapponese profondo, oggi spesso dimenticato.

Il libro è stato curato da Frank Shortt e Allan Sweeney, con il contributo di ricercatori come James Deacon, figure che hanno lavorato con serietà e discrezione per riportare alla luce materiali che, molto probabilmente, senza di loro sarebbero rimasti sepolti negli archivi o nelle biblioteche private.

Nelle pagine introduttive del libro viene raccontato come questi scritti siano riemersi.

Ed è qui che compare un dettaglio che, a mio avviso, merita di essere letto con molta attenzione.

Si parla di un praticante italiano di Reiki Ryoho e Arti Marziali, in possesso di una rarissima copia di un testo del Taireido. È grazie a questa persona che il testo viene intercettato, riconosciuto per il suo valore e, infine, reso accessibile. Ora, fermiamoci un attimo… abbiamo detto che è:

- Italiano.
- Praticante di Reiki Ryoho.
- Artista Marziale.
- In possesso di un testo antico del Taireido.
- Appartiene ad una rete di ricercatori seri.

A questo punto la domanda sorge spontanea e credo sia legittimo porsela:

Di chi stiamo parlando?

Chi conosce davvero l’ambiente del Metodo Reiki in Italia, chi sa quanti siano stati e siano tuttora i praticanti con una formazione marziale autentica, con un approccio lontano da mode e semplificazioni, probabilmente intuisce che non possono essere in molti e forse non serve nemmeno dirlo… Forse qualcuno, leggendo, sentirà affiorare un nome. Ma non è il nome ciò che conta.

La cosa più interessante, credo, non è cercare un nome è osservare ciò che non è stato fatto, ovvero, quella persona non è mai uscita pubblicamente a dire: “Sono io!”.
In un ambiente spesso affamato di riconoscimento, questo silenzio pesa più di qualsiasi dichiarazione.

Ho acquistato questo libro e ne ho iniziato la lettura. Poi mi sono fermato. Non perché non mi interessi, ma perché sento il bisogno di concludere prima un cammino di formazione che ho intrapreso e solo dopo, con il tempo e lo spazio interiori adeguati, tornerò a questo testo, quando mi capita tra le mani un libro cerco di ascoltarlo e questo testo al momento non mi ha chiesto attenzione, ma tempismo.

Non scrivo questo articolo per trarre conclusioni, né per alimentare dibattiti sterili, ma per invitare a una riflessione più ampia, la storia del Metodo Reiki, e delle pratiche affini, non è fatta per come la vedo io solo di nomi noti e narrazioni ufficiali, ma anche di percorsi silenziosi, di studi pazienti, di persone che hanno scelto di custodire piuttosto che esibire. A volte il sapere arriva fino a noi proprio perché qualcuno ha avuto la forza di non mettersi al centro. E forse, anche questo, fa parte della tradizione.

I kami non si annunciano, si manifestano.
Il silenzio ha già compiuto il suo lavoro.

Mario Russo

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